Secondo taluni gli immigrati scappano dai loro paesi perché in cerca di lavoro. Si dice non sia vero che il nostro modello di sviluppo economico sia sbagliato, che non è a causa del capitalismo selvaggio che nei paesi più poveri le condizioni di vita peggiorino sempre più. Qualcuno si ostina con spudoratezza a chiamare “rifugiati economici” coloro che in massa abbandonano le proprie terre natie perché appunto attratti dal nostro modello di sviluppo economico. Si dice inoltre che perseguire una politica verso una “decrescita felice” sia una follia, poiché tornando a “pescare con l’amo” ci troveremmo nella stessa condizione di queste povere persone. Essi, secondo taluni “creativi”, scappano proprio dalla “pesca con l’amo”. Ma la follia sta proprio nel fatto di pensare che torneremmo a pescare con l’amo cambiando il nostro modello di sviluppo. È impensabile, oltre che falso, anche solo considerando semplicemente il livello di conoscenza acquisito dall’uomo.
Siamo perennemente in campagna mediatico-elettorale, perciò per raccogliere voti, consenso, legittimazione e giustificazioni si gioca, attraverso i mezzi di comunicazione, sulla paura che abbiamo di vederci togliere i comfort conquistati e, naturalmente, sulla nostra ignoranza. Da quando esistono i mass media la procedura è questa.
Il nostro modello di sviluppo selvaggio, illimitato, fa in modo che si vadano a ricercare e sfruttare all’eccesso risorse che si trovano nei continenti più poveri. Le disuguaglianze aumentano per ciò: perché la parte più forte economicamente schiaccia quella più povera. È una legge della natura: il pesce più grosso mangia quello più piccolo; ma per quanto sia naturale che i pesci grossi mangino quelli piccoli, non è altrettanto naturale ai piccoli essere mangiati da quelli grossi.
Il lavoro ci sarebbe in quelle terre, e c’è, ma è sottopagato, privo di qualsiasi diritto fondamentale, irrispettoso della sicurezza ambientale e manchevole (come da noi) di limiti consapevoli; ciò permette appunto la crescita economica selvaggia dei paesi “occidentali” e “occidentalizzandi“. Le guerre civili sono, infatti, una conseguenza, l’effetto, non la causa degli esodi. Tali guerre (in aumento e sempre più violente) scaturiscono prevalentemente da gruppi di ribelli armati (armati dalle industrie belliche degli stessi occidentali) che combattono l’invasione dell'”Impero del Bene” quale si dichiara il nostro modello di sviluppo, ovvero il modello di sviluppo voluto dall’America tecnocratica imperante, ma anche per rimanere in possesso del controllo degli esseri umani, per schiavizzarli al suddetto modello, che garantisce il soddisfacimento dei nostri bisogni. Sono le diverse ideologie a farsi la guerra. Di fatto, “produrre in quantità sempre maggiori e a costi sempre più bassi” è la formula mirata del capitalismo selvaggio.
I migranti sono quindi l’ostro* generato dai nostri bisogni effimeri, il risultato del nostro “stato eteronomo“, e della nostra incoscienza e ignoranza derivanti.
A tutto ciò si aggiunge un’ulteriore difficoltà di pensiero: le attività commerciali aperte, ad esempio, dalla popolazione cinese. Non tutte ovviamente. Ma proviamo a chiederci quali possono essere i motivi per cui le amministrazioni locali rilasciano le licenze come pane fresco per aprire parrucchieri, centri estetici e negozi vari a due metri da parrucchieri, centri estetici e negozi vari a gestione italiana, in barba al buon senso. La risposta è semplice: molti di essi portano con sé soldi in contanti, corrompono le amministrazioni locali (altrimenti non glieli farebbero aprire seguendo normali iter), e favoriscono il mercato nero (produzione a basso costo, quindi laboratori clandestini come quelli di Prato, oppure l’importazione di prodotti – fabbricati nelle modalità di cui sopra – senza alcun controllo doganale) nonché della prostituzione e del commercio umano da sfruttare nella manodopera. Sappiamo essere l’Italia uno dei Paesi più corrotti al mondo, ed è facile pertanto trarre le coerenti conclusioni. Il corrotto quindi fertilizza il terreno con altra corruzione, e chi vuole sopravvivere deve obbligatoriamente adeguarsi. Così invece di fare l’errore di dar la colpa a chi apre tali attività commerciali, sarebbe più corretto darla alle amministrazioni locali. Combattere il malaffare nel nostro Paese è sempre stato un’incognita. Certo è che questo non aiuta affatto a comprendere i problemi che ci circondano, sia a livello locale, sia a quello globale. Ne consegue quindi una guerra tra la ragione e l’ignoranza che, con la prepotenza-prevalenza assoluta degli scontri violenti che la cronaca ci espone ogni giorno, distrae l’opinione pubblica dalla vera radice dei problemi. Discutiamo allora sempre più degli effetti (spettacolari, da offrire al pubblico che segue appunto lo spettacolo) e sempre meno delle cause.
Paradossalmente, per mantenere in vita il nostro modello di sviluppo economico, abbiamo bisogno di guerre, carestie, ignoranza, inconsapevolezza, e di esseri umani disposti a tutto pur di sopravvivere: abbiamo bisogno di quanto sta accadendo nel mondo. E le disuguaglianze sociali in aumento lo dimostrano chiaramente. Ma per quanto ancora potrà durare?
*Nella mitologia greca, Austro (o Noto od Ostro) era il nome di uno dei figli di Eos e di Astreo, ed era uno dei quattro venti, quello del sud.
Austro portava con se caldo e pioggia, viveva nel profondo sud e possedeva un fiato talmente ardente che con esso bruciava intere città e vascelli.