Coraggio è avere il coraggio d’avere paura.
E’ il coraggio di accettare la sconfitta a farci trionfare. Il coraggio è quell’inspiegabile impulso a sbagliare dal quale impariamo a riuscire. E’ fare esperienza dei propri limiti e apprendere di esserne all’altezza, non di esserne al di sopra. Il coraggio non ti sopravvaluta: ti innalza; non ti sottovaluta: fortifica le tue radici. E’ immergersi nelle angosce per annegarle. Il coraggio è il dubbio: è avere il sospetto, non la convinzione. E’ il timore maturato, evoluto. Il coraggio affronta, non si scontra; sostiene, non assale; sperimenta, non delega; non si autopromuove, prende in carico. E’ una forza intima, non svelata, è il coraggio di ammettere a se stessi le proprie debolezze. Perché il coraggio non è invulnerabilità, ma avere la capacità di rivendicare le proprie vulnerabilità. Perché coraggio non è sinonimo di invincibilità.
Coraggio è aspirare ad essere migliori, per se stessi e gli altri, non la bramosia di essere superiori a qualcun altro.