Avete presente Alan Friedman, il giornalista-economista, quello che parla simpaticamente come Ollio, che ha occupato il mondo della comunicazione per promuovere il suo libro “Ammazziamo il gattopardo”, da poco tempo prima che Matteo Renzi si insediasse a Palazzo Chigi con le modalità che noi tutti conosciamo? Ecco, guardate un po’ che ho trovato sul New York Time del ’98:
(un estratto dell’articolo)
“[…] quella splendida opportunità (Unione Monetaria Europea), se debitamente sfruttata, avrebbe significato per i paesi europei che non facevano parte dell’Unione:
[…] Provocherà un ulteriore ridimensionamento complessivo e, inizialmente, un aumento della disoccupazione”. Friedman prosegue citando Kim Schoenholtz, economista rinomato del Salomon Smith Barney di Londra, e l’opinione di “molti altri economisti del settore privato”, secondo cui, perché la moneta unica europea determini il previsto “miglioramento dell’efficienza”, “sono necessari profondi cambiamenti strutturali”. L’articolo di Friedman è chiaro in merito ai cambiamenti strutturali da apportare che costituiranno “l’elemento mancante che i politici devono ancora aggiungere”. Il cambiamento strutturale, spiega Friedman, è “la chiave per rendere più semplici l’assunzione e il licenziamento, ridurre la spesa pubblica per le pensioni e altri benefici concessi dallo stato sociale, e diminuire gli elevati contributi previdenziali e gli oneri sociali che gravano sui datori di lavoro dell’Europa continentale […]”.
In quegli anni si parla anche che il raggiungimento di tali obiettivi (voluti dal Fondo Monetario Internazionale – FMI -) “richiederà il sacrificio di una generazione”, come spiegano un gruppo di leader religiosi dell’FMI degli Stati Uniti.
Mi sembra, considerate le riforme strutturali messe in campo da questo Governo, che tutto segua alla perfezione il disegno prestabilito. Poco importa del sacrificio di milioni di esseri umani. Sì, davvero “una splendida opportunità”. Anche se non è ben chiaro a favore di chi. O forse sì, dato che sappiamo con certezza a svantaggio di chi.
Qui l’articolo originale: