Il presuntuoso non è altro che colui che presume troppo di sé, che si confronta con gli altri solo per cogliere occasione di dimostrare la loro inferiorità. Il presuntuoso non conosce crisi, ma pretende di descriverla dall’alto della sua saccenteria spacciandola per intelligenza e sensibilità. Si qualifica vanitosamente ed è oltremisura abile nel confronto orale, usa termini esigenti per evidenziare l’inferiorità dell’interlocutore e sogghigna causticamente sui suoi difetti verbali. Il presuntuoso raramente accetta consiglio, e prende in considerazione solo persone che lui stesso giudica all’altezza. Si autodefinisce e presenta come una persona modesta, umile, semplice, pur non essendo necessariamente a contatto intimo con nessuno che presenti spontaneamente questi contorni. Si confina in gruppi nei quali si rivendica convintamente la propria egemonia, ed enfatizza fino all’esasperazione l’incapacità degli altri nel risolvere i problemi. Il presuntuoso sostenta le proprie convinzioni con la sua vanità, che non perde occasione di rafforzare e far risaltare ogni qualvolta il suo interlocutore appare in difficoltà, ed è anche paradossalmente lo stesso motivo per il quale spesso evita la discussione, ovverosia per non trovarsi lui stesso nella medesima condizione d’inferiorità. Rivendica il contraddittorio come strumento indispensabile di democrazia, ma al contempo rinnega sfrontatamente l’esistenza antropologica di ragioni opposte alla sua. Generalmente il presuntuoso dispone privilegiatamente di mezzi e risorse che gli permettono di affermare con netta predominanza la propria posizione. Non ha opinioni ma certezze, e ritiene il suo l’unico punto di vista opportuno. Il presuntuoso interrompe gli altri quando cercano di esprimere un concetto, non essendo in grado di ascoltare ragioni non convergenti con le sue. Confonde l’intelligenza con l’ottusità, poiché portatore sano inconsapevole di scarso intelletto. Il presuntuoso giudica, emette sentenze, è eccentrico, stravagante, ironico e anche autoironico, per certi aspetti appare anticonformista nella sua esteriorità, a volte è trasandato, particolare che risalta autoironicamente per rivendicare la sua semplicità, senza accorgersi di sconfinare nell’egocentrismo. A volte invece è impeccabilmente curato, composto, elegante, peculiarità anche questa che rievoca con grande saccenteria. Il presuntuoso non è altro che colui che smentisce le logicità del proprio punto di vista con le sue stesse affermazioni, propagandandole boriosamente per verità filosofiche universali.
Il presuntuoso riflette narcisisticamente la propria immagine nella “contraddizione più filosofica del termine” testimoniando l’incoerenza di una teoria falsificandola a piacere. Il presuntuoso è convinto arrogantemente che il saggio sia chi sa di sapere ma, forse per comprenderlo rende meglio l’idea lo stile di Woody Allen: “fino all’anno scorso avevo un solo difetto: ero presuntuoso”.
Parafrasando un noto venuto a mancare recentemente: spesso l’ignoranza logora chi non ce l’ha.